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Giuseppe Munforte<\/strong> è nato e vive a Milano. Ha esordito nel 1998 con il romanzo Meridiano <\/em>(Castelvecchi), Premio Assisi per l’inedito 1996. Tra le sue opere figurano La prima regola di Clay <\/em>(Mondadori, 2008), Cantico della galera<\/em> (Italic-Pequod, 2011), La resurrezione di Van Gogh<\/em> (Barbera, 2013), Nella casa di vetro<\/em> (Gaffi, 2014), romanzo finalista al Premio Strega 2014, Dove batte l’onda<\/em> (Melville, 2015).<\/p>\r\n","libri_ids":{"0":{"$oid":"5cdabaed8f45d2632578cf12"}},"name":" Giuseppe Munforte ","user_id":"5cd042418f45d21ca638c562"}" data-cat="{"_id":"5cd54b4d8f45d2471f2b5321","slug":"2017","name":"2017","user_id":"5cd042418f45d21ca638c562","post_type":"premiazione","updated_at":"2019-05-10 09:58:38","created_at":"2019-05-10 09:58:37","lang":"","website_id":"5cd042418f45d21ca638c561","readingPrimeMemberName":"2017","pressReleaseCoverImage":"https:\/\/s3.eu-central-1.amazonaws.com\/cms-fornace\/public\/photos\/56ab84e79bf5dc3fef21b072\/premiazione\/crops\/premiazione_img_template.jpg?r=318709080"}" data-check="false">

Edizione

Finalista

Il fruscio dell'erba selvaggia

Giuseppe Munforte

Romanzo dalla struttura inedita, composto da sequenze narrative che si intrecciano e risolvono, alla fine, in un quadro unitario, Il fruscio dell’erba selvaggia – il titolo viene da un verso di Evtushenko – tesse i destini di personaggi che, sullo sfondo di una Milano periferica, cupa e malinconica, vivono un’esistenza in cui innocenza e crimine, onore e vergogna, redenzione e autodistruzione si rovesciano continuamente, come guanti di cui è impossibile distinguere il diritto e il rovescio.
Nella prima parte, intitolata Nero uno, il suicidio dell’amato zio – un uomo che, dopo aver abbandonato moglie e figli, viveva ai margini della legge nel quartiere della Bovisa degli anni Sessanta – turba al tal punto il narratore da spingerlo a indagare sulla sua vita. La scoperta di un insospettabile alter-ego dello zio lo segnerà profondamente, portandolo a una scelta decisiva per il suo futuro. La seconda parte, Nero due, è il fulcro del romanzo. La scena si sposta in un ospedale degli anni Novanta in cui un ragazzo fraternizza con un uomo che genera in lui curiosità e fascinazione. Questi gli racconta la sua vita prima di orfano cresciuto dai frati, poi di criminale; di lí a pochi mesi lo trascinerà in una vicenda nella quale il ragazzo, in nome dell’amicizia nata in corsia, metterà a rischio la propria vita. In Nero tre il romanzo giunge al suo epilogo, offrendo i tasselli esplicativi dell’intera narrazione.
L’originale disposizione narrativa scelta da Munforte alimenta il forte senso di inquietudine che pervade questo romanzo che, al pari di un dipinto di Hopper, intreccia la solitudine umana alla metafisica del paesaggio.
Con una scrittura capace di farsi concitata nei momenti di tensione, e lirica e poetica in quelli di introspezione psicologica, Il fruscio dell’erba selvaggia mostra una galleria di personaggi indimenticabili – le ambigue figure dello zio e del frate e quella del giovane segnato da un destino inaggirabile di violenza ed emarginazione – in cui la vita si offre nell’assoluta contingenza delle scelte e nell’irrisolvibilità del suo mistero.

ISBN: 978-88-545-1609-0

Categoria:

Genere:

Collana: Bloom

Pagine: 144

Tradotto da:

Prezzo:16,00

RECENSIONI

Romanzo finalista alla III edizione del Premio Neri Pozza.

«Ha una prosa levigata fino alla trasparenza, Munforte.
E dietro il suo descrivere anche i gesti minimi, umili, quotidiani, c’è una strana commozione, trattenuta».
Paolo di Paolo

PARTECIPANTI EDIZIONE 2017

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